Arti e mestieri
di Giovanni Farese
- Le corporazioni di arti e mestieri
- Le Camere di commercio
- Le Corporazioni fasciste
- Le Confederazioni di «imprese artigiane»
- L’istruzione nell’Europa moderna
- L’Italia unita e liberale
- L’Italia fascista
- L’Italia repubblicana
- Appendice: due istituti di incoraggiamento
- Bibliografia
Le Corporazioni di arti e mestieri
free masons, franc-masons, liberi muratori), si ispireranno a tale modello logico-organizzativo.
Le Camere di commercio
Le trasformazioni avvenute nell’economia disarticolano la struttura della società e rafforzano la consistenza e il ruolo di una pluralità di soggetti organizzati. Con il governo fascista si afferma, per opera di Alfredo Rocco, Giuseppe Bottai e Giuseppe Belluzzo, una procedura corporativa intesa come nuovo metodo di amministrazione dell’economia e delle istanze diversificate di gruppi e interessi. Con la legge 18 aprile 1926, n. 731, i Consigli provinciali dell’economia assumono le funzioni in materia di rappresentanza, promozione e coordinamento dell’attività economica, già spettanti ad altri enti, tra cui le Camere di commercio. Il 2 luglio del 1926 viene istituito il Ministero delle Corporazioni. Il 21 aprile del 1927 il Gran consiglio del fascismo adotta la Carta del lavoro, il manifesto del corporativismo, che postula la sintesi degli interessi dei datori di lavoro e dei lavoratori nonché la loro subordinazione agli interessi superiori della produzione. Con la legge 20 marzo 1930, n. 206, il Consiglio nazionale delle corporazioni, peraltro già istituito con il provvedimento del 1926, diviene un organo costituzionale, ed è inaugurato il 22 aprile successivo. La legge 5 febbraio 1934 istituisce le Corporazioni, in numero di 22 (cereali, orto-floro-frutticoltura, viti-vinicola e olearia, zootecnia e pesca, legno, tessile, abbigliamento, siderurgia e metallurgia, meccanica, chimica, combustibili liquidi e carburanti, carta e stampa, costruzioni edili, acqua gas ed elettricità, industrie estrattive, vetro e ceramica, comunicazioni interne, mare e aria, spettacolo e ospitalità, professioni e arti, previdenza e credito). Nel 1939 la Camera dei deputati è sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni. La nuova organizzazione produttiva della società viene fissata da Enrico Prampolini (Le Corporazioni, 1942) e Fortunato Depero (Le professioni e le arti, 1942) in due mosaici nel quartiere Eur di Roma. L’esigenza viva di un collegamento tra il potere esecutivo e legislativo, da una parte, e il mondo della produzione, dall’altra, si ritrova nell’articolo 99 della Costituzione della Repubblica italiana, che istituisce il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, composto da esperti e da rappresentanti delle categorie produttive. Le imprese e le casse rurali e artigiane costituiscono un segmento vitale dell’economia del Paese.Le Corporazioni fasciste
Le Confederazioni di «imprese artigiane»
L’istruzione nell’Europa moderna
lycées). Nel Regno d’Italia e nel Regno di Napoli la scuola si modella su quella francese: i primi licei sono introdotti nel 1802, accanto ai ginnasi di modello austriaco. Nel 1808 il Piano di istruzione generale istituisce nel Regno d’Italia un liceo in ogni capoluogo di provincia.
L’Italia unita e liberale
L’Italia fascista
L’Italia repubblicana
Progetto ’92: i tre anni degli istituti professionali vengono articolati in un biennio unitario e un monoennio professionalizzante. La riforma Gelmini (2010) riordina sia gli istituti tecnici, che hanno durata di cinque anni, intorno a due macrosettori (economico, tecnologico), sia gli istituti professionali, anch’essi di durata di cinque anni, intorno a due macrosettori (servizi, industria e artigianato). Il tutto stante la necessità, fortemente avvertita negli ambienti economici e più in generale nella società, di aggiornare le conoscenze scientifiche e di rispondere alle rinnovate esigenze del tessuto produttivo italiano.
Appendice: due istituti di incoraggiamento
Nel 1838, su iniziativa della Camera di commercio di Milano, viene fondata la Società di incoraggiamento d’arti e mestieri, per favorire il perfezionamento delle manifatture lombarde. Fondatore e primo presidente della società è Heinrich Mylius (1769-1854), imprenditore, banchiere, mecenate tedesco attivo a Milano. Sin dalla fondazione, la Società è attiva nell’erogazione di premi, riconoscimenti, sovvenzioni e nell’organizzazione di corsi su discipline tecnico-industriali. La Società istituisce sia la prima scuola serale in assoluto in Italia sia, nel 1863, l’Istituto tecnico superiore (che è oggi il Politecnico di Milano).
Bibliografia
Le Corporazioni, in Storia economica Cambridge, vol. III, Giulio Einaudi, Torino.