Governo (forme di)

di Ginevra Cerrina Feroni

Viene talvolta considerata una variante della forma di governo parlamentare l’ipotesi in cui il primo ministro non derivi dal parlamento bensì da una elezione a suffragio universale da parte del corpo elettorale che si verifica contestualmente a quella del parlamento. In questo modello il parlamento può sfiduciare il primo ministro ma in tal caso è automaticamente sciolto e il primo ministro può sciogliere il parlamento ma ciò comporta automaticamente le sue dimissioni (si tratta del principio simul aut stabunt simul aut cadent applicato ad esempio in Israele dal 1992 al 2001).

checksand balances, ogni organo cui è affidata la direzione politica del Paese ha la possibilità di controllare e di condizionare gli altri nell’esercizio delle rispettive funzioni. La costituzione federale riconosce ad esempio al presidente uno strumento formale di condizionamento nei confronti del congresso, che è dato dal potere di veto sospensivo delle leggi approvate dal parlamento, il quale ultimo può superare l’opposizione presidenziale solo tramite una ulteriore votazione ma a maggioranza dei due terzi. Da parte sua il congresso, attraverso la funzione legislativa, in particolare quella che si esplica nell’approvazione del bilancio e delle più importanti leggi di spesa, decide in che misura stanziare i fondi che occorrono al Presidente per attuare la sua politica. Il congresso esercita poi poteri di controllo che si svolgono tramite le commissioni permanenti (standing committees), le quali procedono frequentemente a udienze conoscitive, le cosiddette hearings, o apposite commissioni di indagine (investigating committees), di fronte alle quali possono essere obbligati a deporre sia pubblici funzionari, sia privati cittadini. Specifici poteri di controllo sono attribuiti al senato, il quale deve dare il suo consenso alle nomine presidenziali dei funzionari federali e dei membri della corte suprema e, a maggioranza dei 2/3 dei presenti, ai trattati conclusi dal presidente, anche se quest’ultimo spesso si sottrae al controllo del senato stipulando accordi internazionali in forma semplificata (executive agreements) anche su materie di notevole rilievo, il che costituisce un’evidente forzatura del testo costituzionale. La camera dei rappresentanti ha il potere di messa in stato di accusa del presidente e di ogni altro funzionario federale, imputandoli di concussione o di altri gravi reati. In tale ipotesi essi sono giudicati dal senato e, in caso di condanna pronunciata a maggioranza dei 2/3 dei presenti, sono rimossi dalla carica, il che non esclude che possano essere sottoposti a giudizio penale ordinario.

Occorre notare come in virtù della rigida separazione dei poteri che caratterizza la forma di governo presidenziale, la funzione di controllo del congresso sull’attività dell’esecutivo non può produrre quegli effetti che il concetto tradizionale di controllo presuppone nel regime parlamentare. Infatti non esistendo una responsabilità politica da far valere non è possibile neppure applicare la sanzione consistente nella rimozione del governo che non goda più dell’appoggio di una maggioranza in seno al congresso. L’esercizio dei poteri di controllo, non essendo finalizzato alla sostituzione del governo in carica, mira principalmente a condizionare la politica presidenziale e a provocare un atteggiamento più o meno ostile da parte dell’opinione pubblica nei confronti della politica governativa che si potrà successivamente tradurre in uno spostamento dell’elettorato in senso sfavorevole al partito del presidente.

reichstag, avvalendosene come una sorta di potere di veto. Il dato più significativo degli ultimi anni è, infine, rappresentato dall’importazione e dalla diffusione nei paesi dell’Europa centro-orientale di alcuni elementi dell’esperienza costituzionale francese.

Bibliografia

Libertà e autorità, Giappichelli, Torino 2007.